C. Bassi Angelini - Amore e anarchia

Francesco Pezzi e Luisa Minguzzi, due Ravennati nella seconda meta’ dell’Ottocento

Longo Editore, Ravenna, 2004
Recensione:
Luciana Tufani Editrice Leggere Donna (n. 138)
gennaio-febbraio 2009

La complessa vicenda degli anarchici italiani é stata negli ultimi anni un argomento assai poco trattato dalla storiografia ufficiale per svariati ed in parte intuibili motivi, quindi questo libro della Bassi Angelini viene a occupare uno spazio aperto e fornisce utili spunti di riflessione. Non si tratta infatti di un testo focalizzato solo su personaggi legati alla vita di una città di provincia, come il titolo potrebbe inizialmente far pensare, ma di un ampio spaccato di quella che é stata la realtà del movimento anarchico in Italia negli ultimi trent’anni del diciannovesimo secolo, poiché proprio in Romagna, nel piccolo e circoscritto triangolo tra Rimini, Ravenna ed Imola, esso ebbe origine a metà ‘800.
Attraverso le personali avventure sentimentali, le amicizie, i legami politici e le scelte esistenziali dei due coniugi Pozzi, ci vengono presentati tutti i personaggi di spicco del movimento, dalla coppia Costa-Kuliscioff, a Malatesta, a Cafiero.
Ne possiamo quindi seguire la complessa evoluzione politica, dalla stagione dell’internazionale anarchica, segnata da tanti giovanili entusiasmi, alla sofferta separazione tra socialisti ed anarchici, sino al doloroso epilogo terroristico di fine secolo.
Particolare interesse riveste il capitolo dedicato al difficile e conflittuale rapporto tra Costa e Malatesta al momento della fondazione del partito socialista seguita al Congresso di Genova del 1892.
Il rapido successo degli ex-compagni (in soli due anni vennero aperte 300 sezioni) lasciò gli anarchici impreparati e stupiti.
Sempre più isolati ed incapaci di reagire costruttivamente, autoescludendosi dalla vita parlamentare, furono assenti anche dai grandi scioperi che nel 1893 videro le lotte dei contadini siciliani riuniti nei Fasci e dei minatori della Lunigiana, che ebbero invece l’appassionato sostegno dei socialisti di Turati.
Gli ultimi anni del secolo furono turbati da una serie di violenti attentati che costarono molte vite, tra cui quella di Umberto I, re d’Italia.
Di fronte a questa escalation di violenza il movimento anarchico si divise ulteriormente; vi furono arresti, condanne, morti violente e molti non ressero alla tensione accumulata. Diversi suicidi e la dolorosa follia di Cafiero furono segni tangibili di un profondo disagio esistenziale.
Ai primi del ‘900 Francesco e Luigia Pozzi si stabilirono a Firenze e pur restando sempre fedeli ai loro ideali si ritirarono dalla scena politica. Alla morte di lei, avvenuta nel 1911, suo marito sembrò reagire con fermezza, con un nuovo amore per una giovane compagna, ma gli anni di clandestinità e di carcere e le delusione subite avevano comunque lasciato in lui segni profondi che pochi anni dopo i dolorosi avvenimenti bellici riportarono in superficie.
Pacifista, internazionalista, libertario per tre anni assistette attonito allo svolgersi della I guerra mondiale; si sentiva forse impotente di fronte alla storia e certamente pensava di aver fallito lo scopo a cui aveva dedicato tutta la vita. La grande idea anarchica di migliorare gli uomini attraverso l’uguaglianza e la fratellanza si stava spegnendo in un bagno di sangue.
La mattina del 22 luglio del 1917 si tolse la vita, sparandosi un colpo di rivoltella alla tempia.
La storia é narrata con sobrietà e chiarezza; le vicende dei protagonisti interagiscono scorrevolmente con gli avvenimenti pubblici e nonostante la complessità dell’argomento trattato il tono non ´mai pesante o troppo didascalico. La documentazione accurata, frutto evidente di un serio lavoro di ricerca , costituisce un ulteriore motivo di interesse per chi voglia approfondire un periodo storico poco conosciuto, che ha invece ancora tanti punti in comune con l’attualità.