M. Drabble - La Regina Rossa

Edizioni La Lepre - Roma 2009
Recensione:
Luciana Tufani Editrice - Leggere Donna (n. 148)
luglio-agosto 2010


Un pacco contenente un libro è arrivato via Amazon. Babs Halliwell, un’affascinante docente universitaria inglese sulla quarantina, non ha idea di chi possa essere il mittente. Lo infila comunque nella tasca esterna della borsa che sta preparando per il suo prossimo viaggio in Corea. L’attende un importante congresso medico a Seoul, dove dovrà presentare anche una propria relazione. Il volo è lungo, Babs non riesce a dormire ed il libro sconosciuto, arrivato da chissà dove e da chissà chi, le offre un provvido diversivo. Ma già dopo le prime pagine la lettura non è più solo un passatempo ma si trasforma in qualcosa di diverso, un’improvvisa fascinazione, una immedesimazione con la protagonista che la tiene incollata alla pagina.
L’autrice del testo è Lady Hyegyong, una principessa reale coreana, vissuta tra la fine del settecento e gli inizi dell’ottocento, che in tarda età si è cimentata nell’arte difficile della biografia, con risultati straordinari.
Un vivido quadro della corte di Corea, dei costumi e della cultura del tempo, del modo di vivere, di intendere e praticare la politica emerge infatti da quelle pagine.
Il racconto parte dall’infanzia, dal proprio matrimonio regale stipulato quando gli sposi avevano solo dieci anni, e prosegue via via descrivendo i rapporti con i cortigiani, col re e le sue concubine, con suo marito il Principe ereditario e con i figli che le sono nati.
La graduale discesa del principe Sado nella follia, la durezza crudele del re, padre padrone, che dopo l’ennesimo eccesso ne decreta la morte con un atroce supplizio, gli intrighi e le violenze che seguono sono rappresentati quasi in forma onirica, con sorprendenti e voluti anacronismi.
Ma quel che preme alla Drabble non è tanto restar fedele al testo del diario, quanto mettere in evidenza le affinità tra i destini di due donne così lontane nel tempo e nello spazio quasi volesse sottolineare le comuni eterne variabili dei destini femminili.
Come la giovane Regina Rossa infatti anche Babs ha perso un figlio in tenera età e soprattutto ha dovuto combattere con la malattia mentale del proprio coniuge, ormai rinchiuso in una casa di cura.
Scrive l’autrice nell’introduzione: “Quello che ho scritto non è un romanzo storico. Non ho cercato di descrivere la cultura coreana o di ricostruire la vera vita della corte coreana alla fine del diciottesimo secolo, ma mi sono posta delle domande sulla vita e sulla probabile esistenza di caratteristiche umane transculturali universali.”
Tutto questo è vero, ma ciò non toglie che la prima metà del libro, intitolato Tempi Lontani, che riporta sia pur rivisitato e personalizzato dalla Drabble il diario di Lady Hyegyong, sia a mio parere la più interessante.
Il testo originale a cui si ispira, tradotto in inglese col titolo Le Memorie di Lady Hyegyong da Kim Haboudh dell’Università di California, è infatti uno dei classici della letteratura coreana.
Dal 1795 al 1805 la Principessa compose questo suo capolavoro che dipinge la vita di corte con un pathos di proporzioni Shakespeariane (quasi inevitabile nel rapporto del re con i figli il richiamo al Macbeth).
La seconda parte, Tempi Moderni, in cui è descritto il viaggio di Babs in Corea è quasi un altro romanzo, in cui gli incontri e le visite di lei nei luoghi di Lady Hengyong convergono verso l’identificazione di sentimenti ed emozioni tra le due donne. I molti paralleli tra le loro vite creano un suggestivo effetto specchio e l’inglese subisce il fascino della coreana giungendo quasi a identificarsi con lei.
Eppure sulla terra in due secoli tutto è cambiato.
“Tappatevi il naso per difendervi dall’inquinamento e le orecchie per non sentire il trambusto. Seguitemi nel mondo della globalizzazione e della scelta multipla. Può darsi che vi piaccia. È il futuro, il vostro futuro, prendetelo è tutto vostro.”
Solo dopo il ritorno in Inghilterra ed un fortuito incontro con la stessa Drabble e a cui trasmette il libro di memorie, Babs riuscirà forse a liberarsi dal fantasma della Regina Rossa, dopo aver depositato in altre mani femminili il segreto del suo fascino.
Un doppio romanzo quindi, avvincente e sorprendente, ma in cui non sempre il difficile gioco di sovrapposizioni e rimandi riesce a far perfettamente combaciare i diversi piani spaziali e temporali.
È questo forse il principale limite del libro, per altro interessante, gradevole e nonostante il tema a volte scabroso, di agevole lettura.