E. Pigozzi - Uragano d'estate

Editore: Marsilio Venezia, 2009
Recensione:
Luciana Tufani Editrice - Leggere Donna (n. 144)
gennaio-febbraio 2010

Siamo in Veneto, nell’estate del 1953. Cosa accade in un piccolo paese come Valeggio sul Mincio e nelle campagne circostanti se una troupe cinematografica, diretta da un grande regista e composta da celebri attori, si installa negli alberghi locali, organizza i suoi set all’aperto occupando piazze e strade ed infine coinvolge anche parecchi abitanti a recitare come comparse?
La vita di tutta la comunità é travolta in un vortice di emozioni e di piccole avventure; i locali si mescolano ai nuovi arrivati cittadini, li osservano, li conoscono e amicizie e amori sbocciano improvvisi come fiori che si aprono al sole dopo la pioggia. Se poi aggiungiamo che il regista si chiama Luchino Visconti, i suoi aiuti Zeffirelli e Rosi, i suoi interpreti Alida Valli e Massimo Girotti, ci si potrà render meglio conto dell’uragano di sentimenti contrastanti suscitato. E Uragano d’Estate era appunto il titolo provvisorio del film che si stava girando, cambiato poi in Senso per volere del produttore.
Con accuratezza, dopo aver visionato tutto il materiale rimasto a riguardo nell’archivio Visconti ed essersi riletta gli articoli del cronista Tonino Rigon pubblicati in quei giorni sull’Arena di Verona, Elena Picozzi ricostruisce un vivido affresco di quella lontana estate di lavoro. Intervista gli anziani di Valeggio e Borghetto che conservano ancora chiare memorie di quei mesi infuocati e si documenta sulla situazione politica locale. Da queste note emerge un quadro divertente e istruttivo delle beghe e dei maneggi che la animavano. Quanto ci appaiono ormai lontani gli anni dell’onnipresente Democrazia Cristiana e degli scontri con i Comunisti! Mai avrei creduto di poter rimpiangere quel clima...
Insieme ai personaggi davvero esistiti si muovono nel romanzo quelli creati dalla fantasia dell’autrice. Tra loro spiccano il giovane fotografo Ferdinando, innamorato della bionda Liliana, Manin, il farmacista anarchico, l’edicolante Valentin, gazzettino vivente del paese e la florida ostessa Romilda, personaggio felliniano (chiaro richiamo cinematografico) su cui si focalizzano tanti desideri maschili.
Con loro in un abile intreccio di realtà e finzione interagiscono il maestro Visconti, il produttore Gualino, i due giovani aiutoregisti che a breve diverranno famosi, la sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico ed i celebri protagonisti del film, Girotti, Valli, Morelli, Farley Granger.
Intanto a rendere il sapore del tempo filtrano dalla radio e dai giornali le notizie di attualità; il delitto Montesi, gli amori di Coppi e della dama bianca, De Gasperi e le ennesime trattative per formare un nuovo governo.
Quando in autunno la troupe lascia il paese la vita degli abitanti torna alla quiete apparente della provincia, ma qualcosa é cambiato in fondo quasi per tutti e le vite di alcuni sono state addirittura sconvolte nel bene o nel male dalla lunga avventura estiva.
L’anno dopo gli abitanti di Valeggio andarono tutti alla prima veronese di Senso, al Supercinema. Molti rimasero delusi perchè non videro sul grande schermo le scene da loro interpretate. La censura, infatti, impose il taglio di cinquanta metri di pellicola, per lo più episodi di battaglia. La soddisfazione di riconoscersi sul grande schermo la ottennero solo quarant’anni dopo, nel ’93 quando Valeggio ottenne da Roma la pellicola integrale e restaurata di Senso.
Un solo appunto, se mi é concesso, mi sento di fare all’autrice di questo vivace e gradevole racconto: non si respira il profumo della campagna, non si avvertono abbastanza la grazia d’antan di paesi come Villafranca e Valeggio, la luminosità delle case dipinte a colori pastello, l’armonia delle colline di Custoza ricoperte da migliaia di filari di viti.
É una zona che amo, che ancora oggi, seppure a fatica, conserva parte della sua antica bellezza e mi sarebbe piaciuto ritrovarla in queste pagine più diffusamente. Ammetto però di essere un po’ di parte; uno dei miei nonni era nato proprio lì.