Fiorenza Taricone - Louis Blanc e Mme D’Agoult. Socialismo e liberalismo socialismo e liberalismo

Taricone
Centro editoriale toscano, Firenze, 2013
Luciana Tufani Editrice - Leggere Donna (n. 167)


In questo suo nuovo libro Fiorenza Taricone, docente di storia delle dottrine politiche all’università di Cassino, ci offre un vivido spaccato della società francese nei decenni centrali del XIX secolo attraverso lo studio della vita e dell’opera di due suoi figli diversamente emblematici, Louis Blanc e Daniel Stern.
Diviso in tre ampie sezioni, nella prima il libro espone la storia di Louis Blanc, scelto quale esponente significativo del nascente movimento socialista europeo.
Nato da una famiglia agiata, Blanc rimase però assai presto orfano e con pochi mezzi; trasferitosi con il fratello a Parigi riuscì comunque a completare gli studi classici e a laurearsi in legge. Dopo un soggiorno ad Arras, la città d’origine di Robespierre, dove le suggestioni della Rivoluzione erano ancora intense e dove ebbe modo di constatare le condizioni di vita del proletariato, tornò nella capitale e iniziò a collaborare con giornali e riviste dell’area repubblicana e socialista.
Nel 1839 fondò la
Revue du progrès, politique, sociale et littéraire, in cui esponeva il proprio programma politico fondato sul suffragio universale e la divisione dei poteri con la supremazia del legislativo sul giudiziario. Negli stessi anni pubblicò un testo fondamentale per comprendere le sue idee, l’Organisation du travail, in cui sosteneva la necessità di modificare il sistema e i rapporti di produzione per ridefinire con maggiore equità i rapporti sociali. Il tema del diritto al lavoro e a un salario adeguato diventa in quegli anni un motivo ricorrente nelle rivendicazioni degli operai e quando nel 1848 scoppieranno in Francia i moti che porteranno alla caduta della monarchia Blanc, eletto deputato all’Assemblea Nazionale, avrà l’opportunità di trasformare il proprio pensiero in attiva partecipazione politica.
Fondamentale per lui era la riforma della produzione su base associativa, riunendo su un piano di perfetta uguaglianza tutti i lavoratori all’interno degli
ateliers nazionaux, fabbriche gestite in cooperazione che dovevano diventare il nucleo del nuovo sistema produttivo.
L’esperimento ebbe vita breve, in pochi mesi l’insurrezione fu schiacciata e Blanc, processato e condannato, nell’estate del 1849 riparò in Inghilterra. Pensava forse a un breve periodo di esilio, invece vi rimase per vent’anni, fino alla caduta del secondo Impero.
La Rivoluzione del 1848 segna una evidente cesura nella vita di Louis Blanc. Infatti mentre il lavoro di riflessione storico-politica e di scrittura continua intenso anche nell’esilio londinese, la sua partecipazione alla vita politica, per forza di cose, s’interrompe totalmente.
Nel 1842, ancora in Francia, aveva pubblicato
l’Histoire de dix ans, 1830-1840, a cui fece poi seguire l’Histoire de la Révolution de 1948, ma il lavoro a cui dedicò il maggiore impegno negli anni trascorsi in Inghilterra fu l’imponente Histoire de la Révolution francaise, in ben 14 tomi.
Conosciuto principalmente come teorico socialista, Blanc ha però un campo d’indagini e d’interessi assai più variegato. Storico, economista, giurista, uomo politico, nei suoi scritti s’interroga sui concetti di sovranità e di democrazia, sull’associazionismo e sul diritto del lavoro.

Nella seconda parte del libro, come esempio del pensiero liberale che in quegli stessi anni permeava di se tanta parte della classe media e della aristocrazia illuminata europea, Taricone ci propone poi una donna, Sophie D’Agoult, viscontessa di Flavigny. Meglio nota con lo pseudonimo di Daniel Stern, è forse più conosciuta per le sue scelte di vita anticonformiste che per le sue opere letterarie, invece utilissime per la comprensione del pensiero politico del XIX secolo.
Blanc e Stern sono quindi di due persone profondamente diverse, non solo per genere, ma per estrazione, formazione e cultura.
Proveniente da una famiglia aristocratica, Mme D’Agoult contrasse un matrimonio di convenienza con un uomo che comunque stimava, ma da cui si separò dopo otto anni per amore di Franz Liszt, il grande compositore ungherese che seguì poi nei suoi viaggi in tutta Europa e a cui diede tre figli.
Anche questo rapporto purtroppo si interruppe e lei tornò da sola a Parigi. Le diverse esperienze di vita, le persone, i paesi, le conoscenze fatte in quel periodo avevano comunque profondamente arricchito la sua personalità. Rientrata in patria fece del suo salotto uno dei più vivaci e accoglienti di Parigi, frequentato da musicisti come Chopin, Berlioz, Rossini, poeti come Lamartine e Musset, scrittori come George Sand, Balzac e Lamennais. Dopo il 1848 sostenne con passione la lotta per l’indipendenza italiana, conobbe personalmente Mazzini con cui intrattenne poi un rapporto epistolare, ammirò Cavour e fu spesso a Torino e da questi suoi contatti mutuò una consapevole fiducia nel modello di monarchia costituzionale che vedeva proposto in Piemonte.
Ospitò anche fuoriusciti italiani e fu cara amica di Daniele Manin nel breve esilio prima della morte prematura di lui.
Iniziò in quegli anni la sua attività di scrittrice; il suo primo libro
Essai sur la liberté è forse il suo lavoro più significativo.
“Il profilo tipicamente liberale della concezione di Daniel Stern- scrive Taricone- pone l’essere umano al centro dell’agire politico e morale perfettamente bilanciato dall’importanza attribuita all’associazionismo, frutto progredito di collettività quali la famiglia e la società.”
Seguirono le
Lettres républicanes nel ’48, Histoire de la révolution nel 1849, poi opere letterarie, un lavoro teatrale, Jeanne d’Arc , un romanzo Nelida, infine Mes souvenirs (1806-1877).
Due vite parallele e insieme diversissime, due distinte maniere di intendere la passione per la politica e la scrittura; studiarle e confrontarle
aiuta a comprendere meglio le caratteristiche di liberalismo e socialismo, le correnti di pensiero più interessanti del XIX secolo.